Ci sono persone che vorresti aver conosciuto di persona. Ci sono persone che rimarranno sempre scolpite nella tua mente. Dalia Grinkevičiūtė è di queste. Adolescente, appena 14 anni, venne deportata, dai sovietici, con l’intera famiglia in Siberia.
La sua è una storia di grande sofferenza e di grande coraggio. Trascorse anni nell’estremo Nord della Siberia, sull’isola di Trofimorsk. Una delle desolate terre che fanno parte del delta del fiume Lena, a centinaia di chilometri oltre il Circolo Polare Artico, sul Mar di Laptev.
Nel corso della sua lunga deportazione, dal 1941 al 1957, fu trasferita in altri diversi gulag e campi di lavoro dell’URSS. Non smise mai di lottare contro le ingiustizie e le sopraffazioni che lei, come migliaia di altri connazionali e non solo, patirono sotto il tallone di ferro sovietico. Quando tornò nella Patria ancora occupata, dovette combattere ogni giorno per sopravvivere senza mai piegarsi alle imposizioni del Partito Comunista e del KGB.
Dalia scrisse un libro di memorie, tradotto anche in italiano: “I Lituani nel Mar di Laptev”. Un diario accurato, sconvolgente, che narra le tragedie di quegli anni e le sofferenze di migliaia di esseri umani.
Tornata in Lituania, e laureatasi in medicina con il massimo dei voti, nella città di Kaunas, visse diversi anni in un piccolo villaggio, Laukuva, vicino a Šilalė. Lì, ancora oggi, c’è la sua casa. Il museo cittadino le sta dedicando uno spazio, per far sì che la sua storia non sia mai dimenticata.
Abbiamo incontrato Loreta Kalnikaitė, che conobbe Dalia. Abbiamo visitato la casa e il museo. Sono stati momenti toccanti che ci hanno fatto comprendere quanto Dalia abbia combattuto per la libertà e i diritti del suo Paese. Contro un potere autoritario, brutale e insensato che fu definitivamente sconfitto solo nel 1990.
Il nostro video racconta la storia di Dalia, simbolo delle persone deportate in Siberia dai sovietici. Una donna coraggiosa, le cui traversie noi tutti dovremmo conoscere. È una storia d’Europa.
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