Mission Siberia (in lituano Misija Sibiras) è una organizzazione molto conosciuta in Lituania. Nata nel 2005, il suo scopo è far conoscere alle nuove generazioni cosa accadde nel Paese durante l’occupazione Sovietica. Abbiamo intervistato Raminta Kėželytė, responsabile di Mission Siberia, che ci ha raccontato come funziona e cosa si propone.
Le deportazioni di massa che si sono susseguite dal 1940-1941 e dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale fino al 1953 e oltre, hanno coinvolto l’intera popolazione: uomini, donne, vecchi, bambini. È difficile trovare famiglie che non abbiano avuto parenti morti nei gulag o famigliari che dopo indicibili sofferenze sono riusciti a tornare in Patria.
Nonostante tutto questo si studi nelle scuole Lituane, molti giovani non riescono a capire cosa realmente accadde. Non è facile per un adulto capire come siano potute accadere tali atrocità, tantomeno per un ragazzo nato in un Paese libero.
Mission Siberia porta gli studenti a vivere la Storia in prima persona, a partecipare a quanto accadde, facendo loro vivere un viaggio verso i luoghi delle deportazioni nelle località più remote della Russia. Non è una vacanza, ma un viaggio di lavoro e di studio per comprendere meglio quanto si legge sui libri. È un modo per toccare con mano la Storia. Quella del tuo Paese.
Il programma è articolato e complesso. Prevede una selezione iniziale e la creazione di un team affiatato in grado di svolgere lavori di manutenzione nei cimiteri e la costruzione di croci nei luoghi della memoria. Una volta a destinazione, i ragazzi mettono in pratica quanto imparato prima della partenza e incontrano i loro compatrioti che si sono rifatti una vita in quelle località remote dopo anni e anni di prigionia.
A Vilnius, capitale della Lituania, c’è la sede dell’associazione. Abbiamo intervistato Raminta Kėželytė, responsabile di Mission Siberia, che ci ha raccontato come funziona e cosa si propone. Le foto inserite nel video sono state realizzate durante la spedizione avvenuta nell’estate del 2017.