Durante l’occupazione Sovietica la repressione in Lituania fu pesante e brutale. Gli interrogatori da parte del KGB, le fucilazioni e le deportazioni erano all’ordine del giorno, non solo in epoca Stalinista, ma anche successivamente.

Teresė Birutė Burauskaitė è la Direttrice Generale del Centro Ricerca sul Genocidio e la Resistenza in Lituania, un’istituzione alla quale appartiene anche il Museo delle vittime del genocidio di Vilnius. Le riprese sono state realizzate al suo interno.
Nel 1968 la Direttrice aderì al movimento Ramuvà che si occupava dell’etnologia della Lituania. Successivamente, a causa della persecuzione dei servizi segreti Sovietici, KGB, il gruppo si unì ai movimenti dissidenti anti-sovietici e anti-governativi. Lei stessa fu interrogata da funzionari dei Servizi. Nel 1988, con la nascita del movimento di liberazione Lituano, Sajudis, partecipò alla Commissione che si occupava di indagare sui crimini Sovietici perpetrati in Lituania durante il periodo Stalinista.
La sua intervista è una importante testimonianza per comprendere cosa accadde nel Paese dopo la Seconda Guerra Mondiale; come era organizzata la Resistenza; cosa voleva dire vivere privati delle più elementari libertà; come viveva la gente comune sotto un regime brutale nei confronti non solo dei partigiani, che lo combattevano, ma dell’intera popolazione.

[Video Intervista] Repressione Sovietica e Resistenza in Lituania

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