Giapponesi in Lituania? Nei nostri primi viaggi nel Paese fummo sorpresi dalla loro presenza. Il turismo non era quello di oggi e incontrare stranieri era raro. La curiosità era forte. La curiosità è sempre quella che ci accompagna in ogni viaggio. Cerchiamo informazioni, navighiamo nel web e scopriamo la storia di Chiune Sugihara, console giapponese a Kaunas, allora capitale, tra il 1939 e il 1940. Grazie a lui, e a Jan Zwartendijk, console onorario Olandese, molti ebrei non solo lituani ma anche provenienti da altri paesi come la Polonia, scamparono la deportazione e le camere a gas naziste, utilizzando i visti rilasciati dall’ambasciata giapponese. Centinaia di migliaia di ebrei poterono fuggire attraverso l’Unione Sovietica lungo la Transiberiana.
WATCH OUR VIDEO
All’epoca la situazione in Lituania era molto complessa. Dopo il Patto Molotov Ribbentrop siglato tra Germania e URSS nel 1938, Paesi Baltici e Paesi dell’Est Europa furono divisi tra due diverse sfere d’influenza. La Lituania indipendente si trovò tra due fuochi. La zona di Klaipeda nelle mani dei Nazisti e l’area di Vilnius di fatto sotto l’influenza Sovietica. Dopo l’invasione della Polonia da parte tedesca, la situazione precipitò.
Molti ebrei si rifugiarono in Lituania, e si aggiunsero agli oltre 250.000 che vivevano nel paese. Il crescente antisemitismo, l’odio dei tedeschi nei confronti degli ebrei considerati esseri inferiori, li costrinse a cercare di salvarsi in tutti i modi. Nell’estate del 1940 i Sovietici occupano la Lituania, ma dopo solo un anno i tedeschi hanno la meglio. Il Paese fu occupato definitivamente dai nazisti.
È in questo contesto così ingarbugliato che Sugihara, nonostante le difficoltà, dovute anche alla mancanza di denaro dei rifugiati (Ebrei e non Ebrei), rilasciò, malgrado il Giappone fosse alleato della Germania, egli stesso molti visti, scrivendoli a mano, per consentire la fuga attraverso l’unica via possibile: attraversare l’Unione Sovietica per raggiungere il Giappone. Per Chiune cresciuto in una società tradizionale e molto rigida, il cui rispetto verso “l’altro” era fondamentale, quelle persone erano solo un’umanità che aveva bisogno di aiuto. Non era importante chi fossero, ebrei o no. “Erano esseri umani, e avevano bisogno di aiuto. Potevo disobbedire al mio governo, ma non potevo disobbedire a Dio”. Dichiarò in seguito.
La sua storia rimase sconosciuta fino al 1968, quando uno degli ebrei salvati riuscì a mettersi in contatto con lui. Nel 1970 Sugihara con la famiglia fu invitato in Israele e fu assegnata una borsa di studio a uno dei suoi figli.
Nel 1985 lo Yad Vashem di Gerusalemme nominò Chiune “Giusto tra le nazioni”. Dopo la sua morte, avvenuta a luglio 1986, gli furono assegnati molti altri riconoscimenti. Anche in Lituania. A Kaunas è stato aperto un museo nella casa in cui viveva con la famiglia. Nel 2017 si svolse per la prima volta la Sugihara Week, evento diventato in seguito annuale, per ricordare il suo coraggio e la sua umanità. Alla manifestazione partecipano ogni anno i discendenti e diversi rappresentanti giapponesi.
Malgrado la pandemia, la Lituania organizza anche quest’anno la settimana dedicata al diplomatico con diversi eventi che avranno luogo a Kaunas e Vilnius dal 12 al 18 ottobre 2020.
Per comprenderne lo spirito abbiamo intervistato il Presidente dell’evento, Aurelijus Zykas, il Direttore della casa museo a Kaunas, Ramūnas Janulaitis, e lo storico Lituano Linas Venclauskas.