È una bella serata quando atterriamo a Vilnius. Verso la fine di agosto. Il tempo di raggiungere l’alloggio e dopo pochi minuti passeggiamo per le vie del centro e nella grande Piazza della Cattedrale, tradizionale punto di incontro.

C’è tantissima gente, anche molti turisti. Sentiamo parlare italiano. In questa stagione non sono pochi i nostri connazionali.
Siamo lì perché vogliamo raccontare il Trentesimo anniversario della Via Baltica. Fu un avvenimento eccezionale. Non è esagerato definirlo tale. Quando ne sentii parlare per la prima volta rimasi a bocca aperta: come avevano fatto a organizzare una catena umana da Vilnius, capitale della Lituania, fino a Tallinn, in Estonia, passando per Riga, capitale della Lettonia? Sono 600 chilometri.

IL RACCONTO DELLA GIORNATA NEL NOSTRO VIDEO

Nel 1989 i Paesi Baltici erano ancora sotto occupazione Sovietica. Il clima non era certo quello attuale. Sajūdis aveva vinto le elezioni l’anno precedente e i rapporti tra il Cremlino e la Lituania erano tesi. Non c’erano punti di contatto: la Lituania, come del resto gli altri Paesi Baltici, voleva l’indipendenza e l’allontanamento dell’esercito Sovietico dal suo territorio. Richieste che l’Unione Sovietica non voleva in alcun modo prendere in considerazione.

Il 23 agosto del 1989 alle ore 19 si concretizzò quello cui gli organizzatori e il movimento indipendentista Sajūdis stavano lavorando da poco più di un mese. Si formò una lunghissima catena umana che collegò Vilnius a Tallinn, passando per Riga. Due milioni di persone sulle strade dei Baltici, di cui un milione Lituane. Un successo che andò oltre le aspettative degli stessi organizzatori, che attendevano tra le 200 e le 300mila persone. La data non fu scelta a caso. Il 23 agosto del 1939 la Germania Nazista e l’Unione Sovietica firmarono il Patto Molotov-Ribbentrop, che nei fatti decretò la spartizione dell’Europa Orientale tra Germania e Unione Sovietica, con i Paesi Baltici nella sfera d’influenza Sovietica.

Sono passati trent’anni, da quel giorno dell’89, e Vilnius, l’intera Lituania, sono pronte a festeggiare l’evento. A lato della Cattedrale c’è una grande installazione: sono centinaia di radio dell’epoca Sovietica montate una sull’altra. L’idea è della Radio Televisione Nazionale: LRT. La radio ebbe un ruolo fondamentale. Non c’era Internet, né tantomeno i telefoni cellulari. La radio fu lo strumento che permise di diffondere le informazioni, soprattutto nel corso dell’evento.

Molte persone guardano incuriosite l’enorme installazione, forse qualcuno riconosce il proprio modello. Le radio sono state portate all’emittente dai cittadini. Gli stessi dirigenti di LRT sono rimasti stupiti. Non pensavano ci fossero ancora in circolazione così tanti modelli. Probabilmente rinchiusi in cantine o solai, con una patina di polvere sopra.

Il giorno, 23 agosto, ci alziamo presto. La giornata sarà molto lunga. In piazza della Cattedrale si stanno facendo gli ultimi preparativi per l’evento che avrà il suo culmine in serata. Ci sono gruppi di bambini accompagnati dalle loro maestre. Sono attratti dalle radio, guardano stupiti e ascoltano il racconto delle maestre che spiegano il significato della giornata. Una persona sta sistemando alcuni opuscoli sotto la Torre Campanaria. Sono le canzoni, patriottiche o meno, che saranno cantate dalla gente. Alcune donne indossano costumi tradizionali. Altre distribuiscono mazzi di dalie nei tre colori della bandiera nazionale Lituana: giallo, verde e rosso. È il fiore che rappresenta la Via Baltica.

Parte un gruppo di corridori che rivedremo più avanti, lungo la strada. Raggiungeranno il confine Lettone.
Lasciamo la capitale e percorriamo il tragitto della Via Baltica lungo l’autostrada che va verso Panevėžys e il confine con la Lettonia. Nel 1989 l’ultimo tratto non era ancora asfaltato.
La nostra destinazione è il chilometro 105 dove è stato allestito un palco e dove arriveranno molte persone, comprese alcune autorità.

Ci fermiamo più volte lungo il percorso. Incontriamo un gruppo di ciclisti che faranno l’intera Via Baltica fino a Tallinn, gruppi di persone provenienti da diverse città e regioni: gente comune, sopravvissuti alle deportazioni in Siberia, sindaci e altre personalità. Sono stupiti che due giornalisti Italiani siano lì con loro. Raccontano le loro storie e dalle loro parole traspare l’orgoglio. Ci sono anche molti giovani. Loro non c’erano alla prima Via Baltica e sono felici di poterla vivere adesso.

I più giovani sono nati nella Lituania indipendente. Una signora sorridente mi fa vedere un giornale dell’epoca con una foto della Via Baltica del 1989. Lei è lì. “Sono la prima a sinistra”, mi dice. Un gruppo di quattro persone è sul ciglio della strada. Vicino a loro un albero e un piccolo monumento. Sono due sorelle con i rispettivi mariti e quello è il punto in cui erano trent’anni fa. L’albero lo hanno piantato pochi anni fa. Anche il monumento è opera loro.

Incontriamo una lunga fila di persone, arrivano da Kaunas e altre città. Devono raggiungere il chilometro 105. Sono persone di tutte le età, giovani e meno giovani, chiacchierano, cantano. I ragazzini corrono avanti e indietro. Il loro percorso alla fine della giornata sarà almeno il doppio di quello dei genitori.

Con il passare delle ore l’autostrada si riempie di gente. Tante automobili e pullman sono parcheggiati lungo il percorso. È una grande festa popolare.
Torniamo verso Vilnius, dalla periferia già si vede una lunga fila di persone, una catena umana come quella di tanti anni fa. Man mano che ci avviciniamo alla Cattedrale la folla aumenta, la piazza è gremita. C’è un clima di festa che ci contagia. Ha inizio l’evento ufficiale con musica, collegamenti con le altre capitali baltiche, discorsi ufficiali del Presidente Lituano, Gitanas Nausėda, eletto da poco, e anche di Vytautas Landsbergis, esponente di Sajūdis. Fu lui che nel 1990 proclamò l’indipendenza e cercò di negoziare con l’Unione Sovietica durante i tragici fatti del gennaio 1991. Il suo discorso è accolto con fragorosi applausi. La lunga giornata di festa sta per concludersi, mentre il sole ci regala i suoi ultimi raggi.

GUARDA ANCHE LA VIA BALTICA PER LA BIELORUSSIA

Special thanks to:
Mr. Ričardas Šlepavičius – Ambassador of the Republic of Lithuania in Italy
Laura Gabrielaitytė-Kazulėnienė – Cultural Attaché of the Embassy of the Republic of Lithuania in Italy
Ministry of Foreign Affairs of the Republic of Lithuania

A big thank-you to Diana Zarembienė of the Ministry of Foreign Affairs of Lithuania

Reportage: Il trentennale della Via Baltica

Un pensiero su “Reportage: Il trentennale della Via Baltica

  • 17 Settembre 2019 alle 19:57
    Permalink

    Ottimo lavoro. Complimenti! Importante soprattutto per chi vive lontano dalle terre baltiche e non conosce troppo la storia di quei popoli, di quelle nazioni, che più volte hanno dovuto affrancarsi dalla oppressione di altre nazioni. Il ritorno in Europa, da nazioni libere, dei Paesi Baltici deve spronarci tutti a costruire una Unione più forte, votata al progresso e al mantenimento della pace. Grazie Marina ed Edo per questo vostro contributo. Beppe Germanetti

    Rispondi

Rispondi a Germanetti Giuseppe Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *