La guerra in Ucraina cambia l’Europa, cambi gli scenari a cui eravamo abituati.
Nella nostra intervista Andrea Griffante, ricercatore storico presso l’Istituto Lituano di Storia di Vilnius, ci racconta i retroscena storici. Il percorso dell’Ucraina verso la democrazia, e la percezione del conflitto da parte della Lituania. Che come gli altri Paesi Baltici, si trova di fatto in prima linea.
Abbiamo cercato di capire qual è la situazione in Lituania, le reali motivazioni della guerra sferrata dalla Russia. Le criticità di un Paese che si trova in una particolare posizione geografica.
Non è un caso che sia il Presidente sia il Primo Ministro Lituani abbiano chiesto alla NATO maggiore supporto militare e particolare attenzione al punto più critico dei confini orientali dell’Europa. Il corridoio di Suwalki.
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“Parlare di Ucraina è estremamente complicato. Parliamo di uno stato con una storia estremamente lunga e complicata. Ciononostante parliamo di uno stato e di una nazione pienamente europea. In quanto figlia dei processi di nazionalizzazione avvenuti in tutta Europa, specialmente in Europa Centrale e Orientale, dalla seconda metà dell’Ottocento”.
“A partire dai tardi anni ‘90 e nei primi anni Duemila avviene quel movimento di differenziazione nei confronti della Russia e di europeizzazione dello stato Ucraino. Movimento che porta alle rivoluzioni appunto dei primi anni Duemila”.
“Il rifiuto di un determinato modo di gestire la cosa pubblica in favore di un modello aperto all’economia di mercato, più refrattario alla presenza di monopoli oligarchici. Che di fatto esprime la volontà del popolo ucraino di un percorso diverso”.
“La differenza linguistica non necessariamente implica una diversa concezione dello Stato o una diversa identificazione nazionale dei soggetti che parlano lingue diverse. È una situazione comune ad altri paesi dell’Europa Centro Orientale. Una situazione che spesso e volentieri è difficilmente comprensibile da parte dell’Europa Occidentale… L’identità linguistica è cosa diversa rispetto all’identità nazionale”.
“La democrazia e l’allargamento della democrazia, l’espansione della democrazia nei paesi vicini rappresenta di fatto un pericolo per un potere autocratico come quello di Putin”.
“Esiste un punto di particolare criticità all’interno della mappa geografica della NATO. È il corridoio di Suwalki. Quella striscia di terra che va dalla Bielorussia a Kaliningrad. Quel corridoio potrebbe essere tecnicamente occupato dalla Russia, tagliando quindi i Baltici dal resto dell’Europa, nel giro di non più di 3 o 4 ore”.
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