L’11 marzo è una bella giornata di sole. Le cerimonie per l’anniversario dell’indipendenza lituana, conquistata nel 1990, si sono appena concluse. Tantissime anche le manifestazioni a sostegno dell’Ucraina sconvolta dalla guerra scatenata dalla Russia. Ma un altro appuntamento ci aspetta: il giuramento dei nuovi membri dell’Unione dei Fucilieri.
In lituano Lietuvos Šaulių Sąjunga, organizzazione paramilitare che vanta una lunga storia.
Per noi italiani la parola “paramilitare” si associa istantaneamente a entità di estrema destra, se non addirittura nazista. Niente di tutto questo.
Nei paesi dell’Est Europa e nei Paesi Baltici le organizzazioni come quella dei fucilieri sono normali e non hanno nulla a che fare con l’estrema destra. Quei paesi hanno una storia di invasioni e occupazioni brutali che hanno causato morte e sofferenza. I gruppi come l’Unione dei Fucilieri sono costituiti da gente comune che, alla bisogna, vuole aiutare il proprio paese: in caso di attacco nemico, ma anche durante la vita quotidiana.
Ad esempio, quello lituano è stato di grande aiuto durante il periodo più difficile della pandemia, offrendo supporto alle famiglie e alle strutture sanitarie.
I Fucilieri Oggi
Da quando è iniziata l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin migliaia di cittadini, in tutto il Paese, hanno chiesto di poter entrare nell’organizzazione. Sono persone che provengono da realtà molto diverse: giornalisti, insegnanti, esponenti pubblici e anche del governo. Il Primo Ministro Ingrida Šimonytė e la Presidente del parlamento lituano Viktorija Čmilytė-Nielsen, tra gli altri, quest’anno hanno deciso di entrare nell’Unione dei Fucilieri.
La cerimonia è prevista in piazza Indipendenza a fianco del Parlamento, a Vilnius. Ci saranno anche i volontari che entreranno a far parte dell’esercito regolare. Noi c’eravamo.
Più di mille persone, e solo dalla regione di Vilnius, sono schierate di fronte al palco che ospiterà le personalità: Laurynas Kasciunas, presidente della Commissione Sicurezza e Difesa presso il Parlamento lituano; la Presidente del parlamento lituano Viktorija Čmilytė-Nielsen; Arvydas Anušauskas, Ministro della Difesa e Gintaras Grušas, arcivescovo di Vilnius.
Moltissime le donne. Emozionati, ma anche molto determinati, gli aspiranti membri sono accompagnati dai familiari. Bambini compresi. È un giorno di festa.
Dal 2015 in Lituania è stata reintrodotta la leva obbligatoria. Solo per gli uomini e non per tutti. Ogni anno ne viene sorteggiato un certo numero. Nella realtà non c’è mai stato bisogno di sorteggio perché i volontari, donne e uomini, hanno sempre coperto il numero richiesto dai comandi militari. Oggi si sta comunque discutendo di una eventuale estensione della leva obbligatoria alle donne, proprio a causa della situazione creatasi dopo l’inizio della guerra in Ucraina.
I cittadini che desiderano entrare nell’Unione dei Fucilieri devono sostenere un addestramento prima di essere ufficialmente ammessi. Non è solo un addestramento militare, bensì molto più approfondito, che comprende diversi percorsi formativi che mettono in grado di aiutare persone in difficoltà o ferite; affrontare situazioni di ordine pubblico, o ancora organizzare percorsi educativi e culturali.
L’incredibile numero di volontari raggiunto da fine febbraio 2022, quando la Russia ha iniziato l’invasione dell’Ucraina, richiede maggiori risorse da parte dell’Unione proprio per consentire un adeguato addestramento. Prima della guerra era stato pianificato l’ingresso di un migliaio di persone. Numero che è stato raggiunto già nella prima settimana di marzo nella sola capitale.
Non è previsto che i membri dell’organizzazione siano impiegati in combattimento. Le loro attività sono strettamente legate a fornire supporto alle forze armate e alle forze dell’ordine. Senza combattere. Se non in casi eccezionali definiti di volta in volta nelle situazioni di emergenza.
La Storia
Facciamo un passo indietro. L’unione fu fondata nel 1919, subito dopo il ripristino dell’indipendenza della Lituania. Lo scopo era proteggere lo Stato appena nato. Ne facevano parte diversi intellettuali e artisti. Gli scrittori Antanas Vienuolis-Žukauskas, Juozas Tumas-Vaižgantas e Balys Sruoga, il poeta Faustas Kirša, il pittore Antanas Žmuidzinavičius, lo zoologo Tadas Ivanauskas.
Tra i maggiori attivisti, Vladas Putvinskis, nobile e proprietario terriero, considerato ideologo del movimento, fu il primo comandante dei Fucilieri. Oggi una delle vie di Kaunas, la seconda città della Lituania e al tempo Capitale del Paese, è dedicata a lui.
Dopo la sua fondazione a Kaunas, l’Unione si espanse in tutta la Lituania con una struttura divisa in reggimenti che facevano capo alle diverse regioni del Paese.
Fino alla prima occupazione Sovietica, avvenuta nel 1940, l’Unione fornì supporto alla nazione in diversi campi, da quello culturale a quello dell’istruzione. I suoi membri ricevevano anche un addestramento militare. In un primo tempo l’Unione era un movimento autonomo.
Successivamente fu integrato nel Ministero della Difesa che ne controllava le attività e che designava il comandante. Secondo archivi dell’epoca, l’Unione contava, nel 1940, oltre sessantamila iscritti. Ne facevano parte uomini e donne, e anche diversi gruppi studenteschi.
Al loro arrivo, giugno 1940, gli occupanti sovietici chiesero subito lo scioglimento dei fucilieri e la consegna delle armi. Molti degli attivisti, tra il 1940 e il 1941, furono arrestati e deportati nei gulag siberiani.
La prima occupazione dell’URSS durò appena un anno. A giugno del 1941 l’esercito nazista occupò la Lituania. I membri dell’Unione oramai sciolta costituirono diversi gruppi di resistenza. Alcuni si allearono con i nazisti, di fatto combattendo contro il proprio paese e collaborando alle stragi perpetrate dai tedeschi contro la popolazione ebraica locale. Altri, la maggior parte, portarono avanti una strenua resistenza contro i nazisti.
Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, quando l’Europa festeggiava la pace, poco cambiò nel paese baltico che si trovò nuovamente sotto occupazione straniera. La divisione d’Europa al termine del conflitto consegnò i Paesi Baltici all’Unione Sovietica.
I lituani non si diedero per vinti. Organizzarono una resistenza armata, a cui aderirono anche i membri dell’Unione dei Fucilieri, che continuò a combattere contro l’Unione Sovietica fino al 1953. Anno in cui fu evidente che la Lituania non poteva contrastare una potenza militare così forte, qual era l’URSS all’epoca.
Nel 1988 fu fondato il movimento indipendentista Sajūdis che vinse le elezioni e tentò di avviare una serie di riforme. L’obiettivo era convincere i sovietici ad andarsene dal paese che avevano occupato alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Proprio in quell’anno, a giugno, fu rifondata l’Unione dei Fucilieri che ebbe un ruolo importante nella difesa dell’indipendenza proclamata dalla Lituania l’11 marzo 1990. Tra le persone che difendevano pacificamente il Parlamento e i punti nevralgici della città, tra cui la torre della televisione, dall’attacco sovietico nel gennaio 1991, c’erano anche loro.