A due anni dall’attacco su vasta scala della Russia contro l’Ucraina, la Lituania si è mobilitata per gridare a gran voce che il sostegno al paese aggredito non deve diminuire. Ma deve anzi proseguire più forte che mai.

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The great rally for Ukraine in the capital of Lithuania, Vilnius

Molte le iniziative che si sono svolte in tutte le città lituane, non solo il 24 febbraio, il giorno in cui due anni fa fu sferrato l’attacco, ma anche nel corso dell’intera settimana.

LA GRANDE MANIFESTAZIONE A VILNIUS

Nella capitale Vilnius si sono svolte le manifestazioni più grandi, a cui hanno partecipato i rifugiati ucraini, tantissimi cittadini lituani, rappresentanti delle istituzioni e gli ambasciatori dei Paesi Europei, Stati Uniti, Canada, Giappone, Moldavia.

Non è un caso che le frasi come “l’Ucraina sta combattendo per noi, per la libertà e la democrazia di tutta Europa”, che suonano alle volte un po’ retoriche in alcuni paesi, in Lituania siano particolarmente sentite. Sono consapevoli che se il regime russo vince in Ucraina, i prossimi possono essere loro.

Sono passati solo trent’anni dalla riconquista dell’indipendenza dall’Unione Sovietica e il ricordo di cosa significa essere sotto occupazione russa è vivo nei ricordi della gente. La maggior parte delle famiglie lituane ha avuto parenti deportati in Siberia e molti sono morti nei gulag. La repressione e le sofferenze subite sono riemerse ancora più forti dopo quel 24 febbraio 2022, che fu un colpo al cuore per l’intera popolazione lituana.

SOLIDARIETA’ NEI FATTI

La ONG lituana Blue Yellow sostiene l’Ucraina sin dall’occupazione della Crimea avvenuta nel 2014. Ogni anno raccolgono denaro per sostenere diversi progetti, tra cui l’acquisto e l’invio di armi per aiutare l’Ucraina a difendersi. Anche quest’anno hanno lanciato la campagna “RADAROM” per l’acquisto di equipaggiamento militare destinato ai soldati al fronte.

Un mese di campagna martellante, in televisione, per strada, nei negozi. Ovunque.

Il 24 febbraio 2024 la campagna è terminata e ha raggiunto otto milioni e trecentomila euro, di cui due milioni raccolti in tre/ quattro ore nella giornata di sabato, durante il grande concerto che si è svolto in piazza Lukiškių. Una piazza simbolo su cui si affaccia l’ex palazzo che ospitava il KGB, l’agenzia per la sicurezza e intelligence dell’Unione Sovietica, e al cui centro si trovava una grande statua di Lenin. Simbolo dell’occupazione, quella statua fu abbattuta il 23 agosto 1991. Data anch’essa simbolica: nel 1939 fu siglato il Patto Molotov-Ribbentrop in cui l’URSS e la Germania Nazista si spartirono parte d’Europa. La Lituania finì nell’orbita dell’Unione Sovietica.

MARCIA PER L’UCRAINA

Nel centro storico di Vilnius c’è il monumento a uno dei più importanti poeti ucraini: Taras Schevchenko. È da lì che è partita la marcia per l’Ucraina nel pomeriggio per ricordare l’attacco russo. Due grandi bandiere dell’Ucraina e della Lituania, lunghe un centinaio di metri l’una, hanno percorso le vie della città fino alla piazza della Cattedrale.

I manifestanti si sono uniti alla celebrazione ufficiale con le istituzioni e gli ambasciatori residenti nel Paese. La Lituania è l’unico paese europeo che attualmente non ha l’ambasciatore russo, cacciato a poche settimane dall’invasione su vasta scala.

“Slava Ukraini”, Gloria all’Ucraina, seguito da “Heroiam Slava”, Gloria agli Eroi, slogan contro Putin, così come l’inno dell’Ucraina erano la colonna sonora della grande manifestazione. A cui si aggiungeva un toccante e sentito “Ačiū Lietuva”, Grazie Lituania, da parte dei rifugiati.

La Lituania, considerando la sua grandezza e con una popolazione di meno di tre milioni di abitanti, è uno dei paesi europei che maggiormente sta appoggiando l’Ucraina. Militarmente ed economicamente.

Più di ottantamila rifugiati sono arrivati nei primi mesi dallo scoppio della guerra e hanno ricevuto un’accoglienza calorosa da parte della Lituania. Sostegno finanziario e legale, supporto psicologico, corsi di lituano, lavoro. Non è raro imbattersi in ucraini che lavorano in bar, negozi, supermercati, oppure come autisti di bus, senza sapere ancora il lituano. Una targhetta sulla divisa, o un messaggio all’ingresso dei negozi, avverte che quelle persone potrebbero avere difficoltà a comprendere e parlare la lingua locale.

IL GRANDE CONCERTO DI BLUE YELLOW

Dopo le celebrazioni ufficiali il corteo e le grandi bandiere, a cui si è unita quella bielorussa, hanno raggiunto la piazza dove si sarebbe svolto il concerto della ONG Blue Yellow.

Un’ora di musica e di raccolta fondi per la campagna RADAROM che sarebbe terminata a mezzanotte. Nonostante la pioggia, che ha un certo punto della serata è iniziata a cadere sulla capitale, la gente è rimasta lì fino all’ultimo con il telefono in mano, pronta a donare.

Otto milioni e trecentomila euro. Un risultato che, per chi conosce a fondo questo Paese, non sorprende e dimostra la solidarietà e l’empatia di una intera popolazione. Che vorrebbe una Europa più attiva e determinata in questa battaglia contro l’autoritarismo e le dittature.

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The great rally for Ukraine in the capital of Lithuania, Vilnius
Lituania marcia per l’Ucraina-Anniversario attacco russo su vasta scala
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