Intervista con il direttore politico del Ministero della Difesa della Lituania, Vaidotas Urbelis

L’attuale scenario in Europa, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, è completamente cambiato rispetto a sette mesi fa. La guerra ha modificato l’assetto in Europa, soprattutto nel campo della difesa.

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Intervista con il Direttore Politico del Ministero della Difesa di Lituania

Abbiamo incontrato Vaidotas Urbelis, Direttore Politico del Ministero della Difesa della Lituania, per capire cosa sta facendo la Lituania per affrontare la nuova situazione.

Nell’ultimo vertice della NATO a Madrid sono state prese importanti decisioni per difendere ogni territorio dell’Alleanza. Gli Stati Baltici fanno parte di questa nuova strategia. E la Finlandia e la Svezia nell’Alleanza occidentale potrebbero fare la differenza. “… È fondamentale per noi avere la Finlandia e la Svezia nella NATO, un enorme bonus per la nostra sicurezza… È importante che avvenga il più rapidamente possibile”.

La Lituania è in un luogo geopolitico strategico, con il corridoio Suwalki al sud, e l’exclave di Kaliningrad lungo il suo confine occidentale. Due aree sensibili da proteggere in caso di attacco da parte della Russia. Il Corridorio di Suwalki è lungo solo 100 Chilometri, e potrebbe essere occupato dal nemico in sole due ore, dicono la maggior parte degli analisti ed esperti.

Il ponte che divide Lituania ed exclave di Kaliningrad (Russia) a Panemunė

Kaliningrad è territorio della Russia e in questi ultimi anni è stato militarizzato con molte armi, truppe e, secondo gli analisti, anche con armi nucleari.

Nella nostra intervista abbiamo chiesto al direttore politico la posizione del suo paese in questo scenario. Abbiamo anche chiesto come funziona il servizio militare in Lituania, e la differenza tra difesa e deterrenza.

L’ultimo tratto della ferrovia che attraversa la Lituania e arriva a Kaliningrad (Panemunė)

Tutti i paesi combattono la guerra nel ventunesimo secolo non solo sul terreno, ma anche nel cyberspazio. Il Ministero della Difesa ha anche il compito di affrontare quel tipo di attacchi: “…Nessuno ha una difesa perfetta nel cyberspazio. Il nostro team controlla il cyberspazio 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana, e cerca di rispondere ad ogni attacco, ovunque accada. È importante essere sempre pronti. E loro lo sono”.

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Intervista al Direttore Politico del MInistero della Difesa di Lituania

Unione dei Fucilieri, chi sono cosa fanno

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La guerra in Ucraina ha modificato l’assetto in Europa, soprattutto nel campo della difesa. Cosa sta facendo la Lituania in questo nuovo scenario?

Per la Lituania naturalmente ciò che sta avvenendo intorno è un enorme problema. Prima di tutto dobbiamo rafforzare noi stessi, rafforzare la NATO e rafforzare l’Unione Europea, modernizzare le nostre forze armate per prepararci a qualsiasi situazione che potrebbe accadere nella regione. Tutto ciò è estremamente importante non solo per il fianco orientale, ma per tutti i paesi della NATO. Ovviamente per fare questo è anche necessario sostenere l’Ucraina il più possibile. Tutti gli stati hanno dei limiti, ma almeno qui in Lituania stiamo cercando di fornire tutto ciò che possiamo per affrontare la guerra con armi, la guerra elettronica e tutto ciò di cui ha bisogno l’Ucraina per aiutarla a difendere il suo territorio. Abbiamo molti compiti davanti per preparare noi, preparare la nostra società e aiutare l’Ucraina. Due impegni che vanno di pari passo.

Sulla crisi di Kaliningrad: qual è la sua valutazione?

I russi stanno ponendo grande enfasi e stanno militarizzando la regione di Kaliningrad già da molti anni. Non è niente di nuovo. Alcuni anni fa sono trapelate informazioni riguardo armi nucleari tattiche e cambiamenti di politica da parte di vari esponenti, con parole minacciose che affermavano che stavano guardando alle armi nucleari. Non è una novità per noi. Comprendiamo appieno il pericolo che arriva da Kaliningrad e, naturalmente, un elemento aggiuntivo è che la Bielorussia (ndr: alleata della Russia e sotto un regime dittatoriale) si trova ai nostri confini, diventa parte di una crescente pianificazione militare. Se prendiamo in considerazione la Bielorussia e Kaliningrad nel loro insieme, quel processo metterà a dura prova la nostra sicurezza. Dobbiamo prendere in considerazione molto seriamente questa situazione.

Riguardo la decisione dell’Unione Europea di modificare le sanzioni sulle merci attraverso la Lituania. Qual è la sua opinione?

La Lituania è parte del nuovo processo decisionale e ovviamente tutti i membri dell’Unione Europea cercano di aderire alle regole e agli accordi. Lo facciamo a livello di Unione Europea e, vorrei dire ancora una volta, le sanzioni sono uno dei principali strumenti che l’Unione Europea ha per contrastare la Russia. Medesime regole con poche eccezioni sui rifornimenti a Kaliningrad. È la politica che deve ora essere in linea con l’attuazione delle decisioni prese dall’Unione Europea.

Kaliningrad e il corridoio di Suwalki sono due aree critiche per la Lituania e per l’intera alleanza occidentale. Secondo lei, la Lituania e i suoi alleati sono sull’orlo di un conflitto armato contro la Russia?

La NATO non ha alcun piano, nessuna intenzione di invadere la Russia. Questo è la cosa più importante da dire. Ma abbiamo il diritto di difendere il nostro territorio e di prepararci a qualsiasi forma di aggressione che potrebbe arrivare, non solo in questa regione ma anche guardando più lontano, partendo da nord a sud. Il corridoio di Suwalki è il punto più importante di questa linea di difesa, ma dobbiamo guardare verso un quadro più ampio, perché se si verifica un conflitto non sarà solo in una specifica regione. Non ci sarebbe alcun paese isolato e l’intero territorio dovrà essere difeso. In Lituania, Romania, Norvegia o Turchia. Dobbiamo essere preparati per qualsiasi evenienza. Ovviamente ora la pianificazione militare nell’area di Suwalki ha un’attenzione speciale.

Secondo l’ultimo vertice la NATO a Madrid, gli Stati Baltici, e in particolare la Lituania, dovrebbero avere un aumento significativo della presenza militare alleata. Qual è il vostro punto di vista? State costruendo le infrastrutture necessarie per le forze militari che arriveranno?

Ci sono abbastanza infrastrutture per le esercitazioni militari?

Le decisioni prese dalla NATO a Madrid sono estremamente importanti per tutti i paesi europei. E i paesi Nordamericani hanno compreso il pericolo delle minacce russe. Le decisioni prese per aumentare la presenza di truppe sono importanti soprattutto per gli Stati Baltici che sono più vulnerabili, più piccoli e necessitano di forze aggiuntive, di rinforzi, per potersi difendere da qualsiasi attacco. Come in tutti i paesi che hanno un misto di forze nazionali, le forze alleate e anche l’Italia hanno deciso di spostare militari negli Stati Baltici. Apprezziamo molto questo sostegno, in tutti i Paesi Baltici. Qualsiasi rinforzo, tutte le varie componenti sono particolarmente importanti. Abbiamo davanti cinque anni di lavoro per ampliare le infrastrutture, per incrementare le nostre aree di addestramento. Abbiamo appena creato un nuovo marchio, aperto un nuovo campo di addestramento nel sud della Lituania. Stiamo costruendo nuove infrastrutture. Ovviamente ci vuole tempo. La costruzione di infrastrutture richiede tempo, ma penso che siamo sulla strada giusta per ospitare altre migliaia o se necessario ancora più forze alleate in caso di crisi o anche per i tempi di pace.

Si sente spesso parlare di difesa e deterrenza. Secondo lei cosa significano nella realtà?

Difesa e deterrenza sono concetti molto interconnessi. Non puoi scoraggiare alcun aggressore se non hai una difesa credibile. E questo è lampante per qualsiasi paese. Stiamo aumentando le spese per la difesa, modernizzando le forze armate e prendendo le misure necessarie per preparare l’intera società a difendersi in caso di crisi. Naturalmente non possiamo entrare nelle teste di chi prende le decisioni a Mosca, cosa pensano veramente. Ciò che sappiamo per certo, però è che il principale fattore di deterrenza risiede nella forza militare. La Russia, non importa chi è al potere, deve solo rispettare questa forza militare e la determinazione a combattere. È quello che stiamo cercando di fare in Lituania. Preparare le nostre forze armate, applicando le regole e mostrare come e quanto siamo pronti a difendere il nostro territorio. È probabilmente il messaggio che stiamo inviando alle persone a Mosca. Non è uno scenario, ma possiamo pensare che una sufficiente potenza militare sia la risposta giusta.

Finlandia e Svezia hanno presentato domanda di adesione alla NATO. Come cambia il ruolo delle forze armate lituane in questa nuova situazione?

Penso che l’appartenenza della Finlandia e della Svezia sia un enorme vantaggio per la difesa dei Paesi Baltici. Il Mar Baltico diventa un mare interno della NATO, quasi interno, il 90% della costa baltica apparterrà ai paesi della NATO. Ciò consente un maggiore rafforzamento degli Stati Baltici, un controllo molto coerente dello spazio marittimo e aereo nella regione e, naturalmente, darebbe molta più libertà di manovra alle forze alleate che appartengono alla regione. È di fondamentale importanza per noi avere Finlandia e Svezia nella NATO, un enorme bonus per la nostra sicurezza. Bisogna portare avanti la cosa, è importante che accada il più velocemente possibile.

Cambiando argomento. Attualmente il servizio militare in Lituania è obbligatorio per i maschi tra i 18 e i 23 anni. Secondo lei è sufficiente per la sicurezza del Paese? State pensando alla coscrizione universale?

Non è mai abbastanza, ma ovviamente devi guardare alle risorse migliori. Avere tutti arruolati richiederebbe finanziamenti, infrastrutture e strutture di addestramento aggiuntive. Stiamo aumentando costantemente il numero dei coscritti nelle nostre forze armate. Fino ad ora non è stata presa una decisione per la coscrizione universale proprio a causa di infrastrutture, finanze e di addestramento necessarie per attuarla. Potrebbe accadere in futuro, non lo so. Siamo sulla buona strada verso questo, ma finora si può arruolare un numero limitato di persone.

Su quanti volontari può contare l’esercito ogni anno?

Abbiamo diverse forme di servizio. La forza dei volontari della Difesa Nazionale composta da professionisti e militari che stanno lavorando e che lavorano anche nella vita civile. È previsto un addestramento militare, venti giorni all’anno. Ci sono le riserve che sono ex militari che hanno lasciato il servizio militare, ma che riportano alle unità e sono obbligati ad aiutare. Poi ci sono i volontari dei Riflemen (Fucilieri), un’organizzazione di volontari. Anche in questo caso alcune parti possono essere utilizzate in tempi di crisi. I cittadini hanno molte possibilità per contribuire a difendere. Ci sono diverse opzioni e possono scegliere come partecipare.

Ci sono molte donne nell’esercito?

Non c’è ancora una coscrizione obbligatoria per le donne, ne abbiamo discuss. Ci sono opinioni diverse al riguardo, ma non prevedo che la decisione verrà presa nei miei prossimi anni. L’attuale presenza di donne nell’esercito penso sia superiore al 12%. Di recente è stata nominata la prima donna comandante di battaglione. La cerimonia è avvenuta solo pochi mesi fa. Le donne non stanno solo aumentando come numero, ma anche in termini di responsabilità e posizione. Il che penso sia un ottimo sviluppo.

Negli ultimi mesi avete deciso di aumentare la spesa militare, giusto?

Attualmente il nostro budget per la difesa è di circa il 2.5% del PIL e dobbiamo costantemente riadattare i numeri in base alla proiezione del PIL. Altri investimenti sono rivolti alla modernizzazione, all’acquisizione di nuovi sistemi militari e, naturalmente, alla ricostituzione dei magazzini, che è estremamente importante. Non è solo un problema nostro, è un problema europeo. Dobbiamo fare molto di più per avere più scorte disponibili per affrontare tempi di crisi. Cercheremo di mantenere la percentuale del 2.5%. Si è discusso politicamente per aumentarla a circa il 3%. Spero che si trovi un accordo, e si possa arrivare a superare il 2.5% del PIL.

Una domanda ancora. Negli ultimi mesi avete subito molti attacchi da parte di hacker. Cosa state facendo per affrontare questi attacchi?

I nostri sforzi di difesa informatica sono concentrati nel Ministero della Difesa. Il nostro Ministero ha la responsabilità dell’intero settore informatico. Questo genere di attacchi si verifica ogni giorno in tutti i paesi, ma il mese scorso abbiamo assistito a ulteriori attacchi, alcuni dei quali non erano estremamente sofisticati, ma alcuni erano organizzati. Sappiamo chi sono le persone che sono dietro questi attacchi e a chi appartengono. Alcuni hanno colpito infrastrutture critiche, ma al momento il nostro team è stato in grado di affrontarli. Alcuni incidenti hanno causato l’interruzione di servizi pubblici, ma erano deboli e in una, due ore sono stati risolti. Ci aspettiamo di vederne altri in futuro. Nessuno possiede una difesa perfetta nel cyberspazio. Il nostro team controlla il cyberspazio 24 ore su 24, 7 giorni su 7, e cerca di rispondere ad ogni attacco, ovunque accada. È importante essere sempre pronti. E loro lo sono.

Lituania e il nuovo scenario europeo, prospettive-Intervista
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