Un contrabbandiere. Un “criminale”. Lui, uno studioso, un insegnante, un amante della lettura. Amava il suo Paese più di ogni altra cosa e voleva rimanere Lituano. Contrabbandieri di libri per proteggere identità, tradizioni e anima della Lituania. Erano i knygnešiai, i trasportatori di libri.
Dal 1864 al 1904 cercarono di mantenere in vita la lingua Lituana, che lo Zar voleva cancellare.
Per conquistare una nazione devi cancellarne la lingua, le tradizioni che tramanda, impedire che sia parlata e insegnata.
Il 7 maggio di ogni anno la Lituania ricorda la fine del bando zarista che vietava la stampa e la diffusione di libri in Lituano: è Lithuanian Press Restoration, Language and Book Day.
Il Lituano è una lingua antichissima. Molti studiosi ritengono sia una delle più antiche ancora parlate. E’ una lingua indoeuropea appartenente al ceppo Baltico con influenze dal Sanscrito. Il Lituano più volte messo al bando nel corso della storia è oggi una lingua viva, grazie all’orgoglio della popolazione e al coraggio di quanti continuarono clandestinamente a pubblicare libri e riviste. Numerosi volumi storici furono nascosti durante i periodi più neri della storia del Paese. Dagli zar all’occupazione nazista, al regime sovietico. Regimi brutali che volevano cancellare l’identità della nazione lituana.
Durante il periodo zarista il Paese fu oggetto di una politica di russificazione che proibì l’uso del Lituano. In quegli anni fu fortissima la resistenza alla scomparsa della lingua. Grazie ai molti cittadini emigrati in Europa e soprattutto negli Stati Uniti, i libri continuarono ad essere stampati all’estero e introdotti nel Paese clandestinamente. Grazie anche alla Chiesa Cattolica.
Il bando zarista fu emanato nel 1864. Le rivolte della seconda parte dell’Ottocento, tutte duramente represse, convinsero gli zar a un ulteriore giro di vite. Vietarono l’uso della lingua Lituana e dell’alfabeto latino. Introdussero quello cirillico. Un divieto totale. Alla Chiesa Cattolica fu proibito stampare, in lituano, i libri di preghiera, nelle scuole e nelle università fu imposto lo studio della lingua russa e l’uso del cirillico.
I Lituani non si dettero per vinti e continuarono a stampare, clandestinamente, libri nella lingua nazionale. Nacque il movimento dei Knygnešyst, che non ha riscontro in altri Paesi. La parola significa “contrabbando di libri”, che avveniva grazie ai knygnešiai, contrabbandieri di libri. Per gli Zar, criminali da perseguire duramente. I libri erano stampati all’estero, in particolare nei territori dell’allora Prussia Orientale e quindi fatti entrare nel Paese di nascosto.
Chi svolgeva queste attività rischiava la morte per fucilazione. Se era fortunato, lo aspettava la deportazione in Siberia.
Nonostante il divieto e grazie al contrabbando dei libri, il periodo del bando vide un rifiorire del lituano. In luoghi nascosti, nelle campagne, nacquero scuole dove i “daraktoriai” insegnavano a scrivere e parlare in Lituano. Il fenomeno dei knygnešiai fu molto importante e interessò tutto il Paese, soprattutto le campagne.
Lo Zar revocò il bando nel 1904. Non era servito a niente. La lingua Lituana era ancora viva. L’anno successivo fu inaugurata pubblicamente la prima libreria Lituana a Panevėžys, nella parte orientale del Paese. La fondò Juozas Masiulis, uomo intraprendente che amava i libri, conosceva bene la lingua Lituana ed era egli stesso knygnešiai. La libreria divenne un punto di riferimento per la diffusione della cultura e delle tradizioni del Paese. Durante il periodo della Repubblica (1918-1940) ebbe molte relazioni con librerie e biblioteche all’estero.
Nel periodo tra le due guerre, dal 1918 al 1940, la Lituania fu stato indipendente. Con l’occupazione sovietica e nazista conobbe un periodo molto buio: l’olocausto della quasi totalità della popolazione ebraica, che in quegli anni contava circa 250.000 persone, da parte dei nazisti; le deportazioni in Siberia e la resistenza armata contro il regime sovietico durata fino al 1953.
L’opposizione al regime sovietico, seppure sotto altre forme e non armata, continuò negli anni successivi fino alla conquista dell’indipendenza avvenuta nel 1990.
La “pulizia” culturale
I sovietici non furono da meno degli zar: cercarono in tutti i modi di limitare la stampa di libri e riviste in lingua Lituana. Cancellare l’identità nazionale, il primo passo di ogni regime autoritario. Nelle scuole fu imposto l’insegnamento del russo e molti volumi, anche quelli di notevole interesse storico, furono bruciati o resi impossibili da consultare.
La Biblioteca Pubblica Nazionale Lituana, che oggi si trova nell’edificio in fondo a Gedimino Prospektas, a fianco del Parlamento, in Vilnius, è del 1919. La sua storia è molto travagliata e risente degli avvenimenti del Paese. Nei primi anni dalla sua fondazione ebbe numerosi contatti culturali con università e librerie all’estero. Acquisì molti libri e dal 1919 al 1921 fu aperta una sala di lettura aperta al pubblico.
Con l’arrivo dei Sovietici, la Biblioteca cambiò volto. Scomparvero i libri in Lituano e arrivarono tantissimi libri in russo. L’obiettivo era evidente: distruggere la cultura e le tradizioni. E fermare ogni relazione con le biblioteche e le università che non facevano parte dell’URSS. Nel 1941 arrivarono i tedeschi. I locali della Biblioteca Nazionale furono occupati dai soldati e le attività cessarono quasi del tutto. Per un breve periodo, alla fine della guerra e sotto il dominio sovietico, l’edificio chiuse i battenti e i libri furono trasferiti alla Camera di Commercio.
La “pulizia” culturale era solo all’inizio. I sovietici misero a punto una battaglia ideologica contro tutto ciò che riguardava la storia della Lituania, imponendo il Russo nelle scuole e mettendo al bando i volumi in lingua Lituana che ritenevano pericolosi e antisovietici. Molte pubblicazioni furono rimosse dalla Biblioteca, nascoste oppure bruciate. Alcuni volumi rimasero accessibili solo a visitatori provvisti di un permesso speciale rilasciato dai servizi di sicurezza. Permesso che, ovviamente, era negato ai semplici cittadini.
Lietuva, Tėvyne mūsų,
Tu didvyrių žeme,
Iš praeities Tavo sūnūs
Te stiprybę semia.
Sono i primi versi dell’inno nazionale Lituano:
Lituania, nostra Patria
terra di eroi
fai che i Tuoi figli
prendano forza dal passato.
Anche i Sovietici, come gli zar, non riuscirono nel loro intento: cancellare l’identità nazionale. La Lituania è sempre stata una spina nel fianco per i dirigenti dell’URSS. E il primo Paese ad affrancarsi e conquistare la libertà.