Jonas Žemaitis fu un comandante saggio e autorevole che riuscì nell’intento di unire tutti coloro che stavano combattendo contro l’occupazione sovietica.

Ne è convinto Vykintas Vaitkevičius, archeologo, storico ed esperto di cultura baltica. È professore e ricercatore presso l’università di Klaipėda, la terza città più grande della Lituania.

Lo abbiamo intervistato nell‘ambito del Progetto Žemaitis, decicato alla resistenza partigiana lituana.

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Intervista a Vykintas Vaitkevičius, storico ed esperto di cultura baltica

Il messaggio più importante da trasmettere secondo Vaitkevičius è che “…ogni combattente era un cittadino, era un difensore del proprio paese e sentendosi responsabile per il paese, faceva quello che pensava fosse meglio. È così che ognuno di noi dovrebbe agire in una situazione del genere”.

Nella società odierna è importante che ogni cittadino sia consapevole di quanto le sue azioni possano essere importanti per il suo paese. “Ciò richiede una svolta, e questa svolta non è ancora avvenuta. È un peccato. È per questo motivo che le lotte per la libertà non si fanno solo con le armi. Ma anche con la coscienza”.

Žemaitis, il nostro mito

Il professore sottolinea l’importanza delle capacità strategiche e umane di Žemaitis.

“Egli riesce a fare quello che nessun altro comandante portò a termine prima di lui. La leadership di Žemaitis unì i partigiani che prima si erano persi nei disaccordi, nei litigi, nelle ambizioni”.

Per far sì che la sua figura diventi importante nella società è necessario creare un mito. “…Il mito è ciò che è storico, ciò che emerge, che è attraente, forte, e importante. Il mito ci fornisce i valori attuali”, afferma Vaitkevičius.

Il percorso di Žemaitis aveva come obiettivo la riunificazione di tutti i combattenti. Ci riuscì. Nonostante le discussioni e la presenza di una opposizione, nessuno mise in dubbio la sua autorevolezza. Egli era il comandante. Oggi lui dovrebbe essere fonte di ispirazione “…Per il modo in cui pensava, in cui lavorava saggiamente e nel modo in cui affidava ad altri l’onere e l’onore del comando”.

Essere un comandante non significa solamente saper combattere. Le sue capacità sono soprattutto legate a come gestire nel migliore dei modi, e in situazioni difficili, tutti coloro che sono sotto il suo comando. “Il punto non è combattere, sparare contro i nemici. Il punto è concordare tutto con i combattenti e agire all’unisono. Ed è quello che Žemaitis fece”.

La personalità di Žemaitis

Oltre alle sue indubbie capacità militari e strategiche, Jonas Žemaitis era anche una persona molto empatica, che amava la sua famiglia che dovette abbandonare per non metterla in pericolo. Il legame con il figlio Laimutis era molto forte, tanto che per ben tre volte cercò di vederlo. Anche se questo avrebbe potuto mettere a repentaglio non solo sé stesso, ma anche le persone che gli erano accanto. Per molti anni il figlio non seppe che suo padre fosse il comandante dei partigiani.

“Fu una personalità di altissimo livello, soprattutto quando diventò Presidente del Consiglio per la Lotta della Libertà – prosegue Vaitkevičius – Se tutto fosse andato diversamente… Žemaitis sarebbe stato Capo di Stato e i suoi compagni sarebbero diventati ministri. Sarebbero stati grandissimi statisti”.

La memoria

Vaitkevičius sta collaborando alla realizzazione del Programma sulla Memoria portato avanti dalla parlamentare Paulė Kuzmickienė.

L’obiettivo è realizzare una serie di iniziative per valorizzare la figura di Žemaitis e della resistenza. Tra le proposte c’è anche la costruzione di un cenotafio. Una tomba simbolica nel cimitero di Antakalnis a Vilnius, dove sono sepolti i capi di stato della Lituania.

C’è anche la necessità di dedicare strade, film e libri al Comandante. Dovrebbero essere realizzate diverse cose, perché, afferma il professore “…È molto triste dover ammettere che Jonas Žemaitis oggi è ancora poco conosciuto”.

Il progetto Žemaitis

L’intervista fa parte del progetto “Jonas Žemaitis, comandante della Lituania combattente”, ideato dall’Associazione “Baltika-Baltijos Istorijos” e LithuanianStories per ricordare la figura del comandante, con il prezioso supporto di Kotryna Buono e Ana Luisa Monse, pronipoti di Žemaitis.

L’iniziativa è parzialmente finanziata dal Ministero della Difesa della Repubblica di Lituania.

Il progetto prevede una serie di interviste video a personaggi della società civile della Lituania odierna: storici, esponenti delle istituzioni, semplici cittadini, persone che si interessano e tramandano la memoria della resistenza partigiana contro l’occupazione sovietica.

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Intervista al Professor Vykintas Vaitkevičius, storico ed esperto di cultura baltica
Žemaitis e la Resistenza, Vaitkevičius: difendere il proprio Paese

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