“Una delle cose più importanti è che la libertà non è un regalo, per la libertà bisogna combattere, difendersi, a volte anche sacrificare la cosa più importante: la vita”.
Con queste parole Paulė Kuzmickienė, membro del Parlamento lituano, inizia l’intervista che le abbiamo fatto per il nostro progetto dedicato alla resistenza del Paese Baltico contro l’occupazione sovietica, e al suo comandante Jonas Žemaitis, nome di battaglia, Vytautas.
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Il programma per la memoria
Paulė Kuzmickienė è la responsabile del progetto dedicato alla memoria che ha l’obiettivo di far conoscere la storia della resistenza e di diffonderne la conoscenza.
“L’attenzione (per quel periodo storico) della gente sicuramente c’è, e mi sembra che stia aumentando – dice Kuzmickienė – C’è interesse nella società, ci sono le ricerche storiche, ci sono gli studi del Centro di Ricerca sul Genocidio e Resistenza, c’è l’attenzione dei singoli storici, di appassionati, di volontari. E anche di fronte alla guerra in Ucraina tutti comprendiamo un po’ meglio il significato della difesa della libertà e quale valore essa abbia”.
Ci sono però ancora molte cose d fare per far sì che che la lotta per la libertà del Paese, che venne occupato nuovamente dall’Unione Sovietica, dopo la Seconda Guerra Mondiale, diventi patrimonio di tutti. “Il programma ha come obiettivo principale il prepararsi per il 2029, quando sarà celebrato l’anniversario della dichiarazione” Il riferimento è alla dichiarazione per l’indipendenza stilato dal Consiglio del Movimento per la Libertà della Lituania, dai partigiani, il 16 febbraio 1949. Quello stesso giorno il Consiglio nominò comandante Jonas Žemaitis.
La Dichiarazione del 1949
Un documento fondamentale per la storia della Lituania, la cui democrazia di oggi si basa sugli stessi principi scritti dai combattenti anni or sono. “…La forza di Žemaitis fu la istruzione e le sue capacità strategiche. Questo gli permise di fare ciò che sembrava impossibile. Tale leadership è ancora molto richiesta oggi, non quella superficiale. Ma la politica vera, quella che prende decisioni fondamentali su ciò che è necessario oggi”.
“Nella persona di Žemaitis possiamo trovare tantissime cose importanti per lo Stato lituano, e purtroppo oggi se ne parla poco”, prosegue la parlamentare. Il significato costituzionale della dichiarazione del 1949 deve essere portato a conoscenza di tutti: “…dev’essere presente non solo nelle nostre menti, nei documenti, ma anche nei nostri cuori”.
Gli obiettivi del programma
Valorizzare il significato della resistenza, della dichiarazione del 1949, mettere in risalto la figura del suo comandante tramite varie iniziative. Non solo monumenti, ma anche trasformare ad esempio il luogo che ospita il monumento a Žemaitis, di fronte al Ministero della Difesa a Vilnius, un luogo dedicato a tutti i combattenti per la libertà. Avviando anche la creazione di un Centro dedicato a quel periodo storico, che parli non solo della resistenza partigiana armata, ma anche di quella non armata che proseguì fino alla riconquista dell’indipendenza avvenuta nel marzo del 1990.
“Il programma – sostiene Kuzmickienė – permetterà di concentrarsi sui lavori più importanti senza disperdere le risorse per singole pubblicazioni o singole attività”.
Non si tratta solo di erigere monumenti, ma anche sfruttare le nuove tecnologie, come le app, che possono aiutare ad avvicinare le nuove generazioni a un periodo storico che sembra lontano dalla Lituania di oggi. Così come è importante che siano coinvolti nel programma musei e centri di educazione.
Il progetto Žemaitis
L’intervista fa parte del progetto “Jonas Žemaitis, comandante della Lituania combattente”, ideato dall’Associazione “Baltika-Baltijos Istorijos” e LithuanianStories per ricordare la figura del comandante, con il prezioso supporto di Kotryna Buono e Ana Luisa Monse, pronipoti di Žemaitis.
L’iniziativa è parzialmente finanziata dal Ministero della Difesa della Repubblica di Lituania.
Il progetto prevede una serie di interviste video a personaggi della società civile della Lituania odierna: storici, esponenti delle istituzioni, semplici cittadini, persone che si interessano e tramandano la memoria della resistenza partigiana contro l’occupazione sovietica.
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