Prosegue il nostro viaggio nella storia della resistenza partigiana lituana contro l’occupazione sovietica, durata dalla fine della Seconda Guerra Mondiale fino al 1990.

Vytautas Landsbergis fu colui che l’11 marzo di quell’anno, come presidente del Parlamento, proclamò l’indipendenza La ella Lituania dall’Unione Sovietica. Nel 2022 Landsbergis ha ottenuto dal Parlamento lituano lo status di Capo di Stato. Il primo Capo di Stato della Lituania indipendente.

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La resistenza partigiana

La resistenza armata lituana anti sovietica durò fino al 1954. Un vero e proprio esercito in divisa, suddiviso nei vari distretti del Paese, con strutture clandestine e una leadership militare e politica. Al comando di tutti i gruppi Jonas Žemaitis che, nel febbraio 1949, fu nominato a capo del Consiglio di Presidenza del Movimento per la Lotta per la Libertà della Lituania.

L’importanza della memoria

Che ruolo ha la conservazione della memoria storica di Jonas Žemaitis nella società di oggi? Quale valore rappresenta per i lituani? Che cosa può insegnare la storia della resistenza alle nuove generazioni? Non solo lituane, ma anche a quelle degli altri paesi europei? Queste le domande che abbiamo rivolto a Landsbergis.

“…Il ricordo di Jonas Žemaitis – afferma Landsbergis – è parte inseparabile del periodo della resistenza antisovietica lituana. È una parte molto significativa della nostra storia”.

La resistenza rappresentò di fatto uno stato clandestino “che continuò ad esistere nonostante i sovietici ne avessero proclamato la fine, in quanto la Lituania fu incorporata nell’Unione Sovietica e il territorio lituano fu colorato di rosso nelle mappe di tutto il mondo”.

Una occupazione feroce

Landsbergis è categorico nelle sue affermazioni: “…La resistenza ha combattuto contro un governo straniero e terrorista, che derubava, uccideva, esiliava e costringeva le persone a obbedire. Le persone che non obbedivano furono semplicemente distrutte”.

Ciò che andrebbe ricordato oggi, sottolinea Landsbergis nell’intervista, sono i valori che erano alla base delle scelte di chi combatteva. Nonostante le difficoltà e soprattutto la mancanza di speranza in un aiuto da parte di altri Paesi europei. Un aiuto che non arrivò mai da una Europa alle prese con la ricostruzione post bellica e soprattutto divisa dalla cosiddetta Cortina di Ferro, che assegnava l’Est del continente e i Paesi Baltici all’Unione Sovietica.

Durante l’occupazione “Il sistema sovietico si rivelò in tutto il suo orrore… I cittadini prendevano le armi e si difendevamo. Questa eredità è rimasta nella nostra memoria. Molto eloquente è il fatto che siano state scritte numerose canzoni sui partigiani”.

Jonas Žemaitis, il secondo da sinistra, con alcuni dei suoi compagni partigiani

Ma come ricordare Jonas Žemaitis e tutti coloro che hanno dato la vita per la libertà del proprio Paese? “…Costruiamo un monumento per ricordare. Il monumento ci ricorda che vale la pena ricordare quella persona. Le sue opere sono ancora con noi, le sue opere sono ancora alla base della nostra vita. Questo è il significato del monumento”.

Ma anche un libro, un’opera teatrale, o artistica, afferma Landsbergis, possono essere un monumento, un modo per capire l’importanza della resistenza e comprendere meglio il contesto storico in cui si svolse.

Progetto Žemaitis

L’intervista fa parte del progetto “Jonas Žemaitis, comandante della Lituania combattente”,ideato dall’Associazione “Baltika-Baltijos Istorijos” e LithuanianStories per ricordare la figura del comandante, con il prezioso supporto di Kotryna Buono, pronipote di Žemaitis.

L’iniziativa è parzialmente finanziata dal Ministero della Difesa della Repubblica di Lituania.

Il progetto prevede una serie di interviste video a personaggi della società civile della Lituania odierna: storici, esponenti delle istituzioni, semplici cittadini, persone che si interessano e tramandano la memoria della resistenza partigiana contro l’occupazione sovietica.

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Resistenza partigiana in Lituania, intervista a V. Landsbergis

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