Una bella giornata a Vilnius, soleggiata e insolitamente calda per la stagione. Una giornata speciale. L’11 marzo di quest’anno il Paese Baltico festeggia il 35° anniversario del ripristino dell’indipendenza avvenuto nel 1990. Una libertà conquistata grazie a una lotta partigiana e a una successiva resistenza non armata dopo quasi cinquant’anni di occupazione sovietica.

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Le strade sono piene di gente. Ognuno con una coccarda, una bandiera piccola o grande con i tre colori della bandiera nazionale: giallo, verde e rosso.

Il punto di incontro è davanti al Parlamento, dove si svolgerà l’evento ufficiale: alzabandiera dei tre stati baltici e discorsi ufficiali. Ospiti per l’occasione i presidenti dei Parlamenti di Estonia, Lettonia, Finlandia, Islanda, Polonia e Ucraina. L’Islanda fu il primo paese a riconoscere l’indipendenza lituana nel 1990.

Lunghi applausi sono dedicati al primo leader della Lituania indipendente, Vytautas Landsbergis, agli ex presidenti Valdas Adamkus e Dalia Grybauskaitė, e all’attuale presidente Gitanas Nausėda.

Ma la vera protagonista di questa giornata è la gente: donne, uomini, ragazzi, bambini, anziani. Sorridenti ascoltano i discorsi ufficiali, sventolano le bandiere, cantano l’inno e partecipano alla marcia che dal parlamento raggiunge la Piazza della Cattedrale dove è previsto il concerto delle bande musicali militari dei tre stati baltici.

Un lungo corteo si snoda per Gedimino Prospektas. I primi arrivano alla Cattedrale, mentre gli ultimi sono ancora davanti al Parlamento.

Una lunga bandiera lituana, seguita da quella ucraina, si snoda lungo tutto il corteo. Oggi più che mai, per i lituani, è necessario proteggere e difendere la libertà conquistata. La guerra russa contro l’Ucraina conferma quanto lo scomodo vicino, la Federazione Russa, possa essere ancora un pericolo per l’indipendenza dell’intera regione.

Sono passati trentacinque anni, ma i lituani sanno perfettamente che la libertà non è un bene acquisito. Va protetta. Giorno per giorno.

NON ABBIAMO PAURA

Abbiamo parlato con alcune persone (interviste nel video). Cosa significa questo anniversario per loro? Sono più preoccupati di tre anni fa quando la Russia ha scatenato una guerra su vasta scala contro l’Ucraina? “Non abbiamo paura”, rispondono. Preoccupati ma consapevoli di quanto sia necessario essere vigili. Di quanto il supporto per l’Ucraina, il paese aggredito, sia importante per loro e per l’intera Europa.

Alcuni si commuovono mentre parlano ricordando i tempi bui dell’occupazione. Altri affermano che donano ogni mese all’associazione Blue/Yellow che raccoglie denaro per sostenere la lotta degli ucraini. “La Lituania è dei Lituani!”; “Nel 1990 gli ucraini erano qui, ci hanno aiutato. Noi non dimentichiamo e oggi siamo al loro fianco”.

Forza, orgoglio e determinazione hanno consentito alla Lituania di essere libera. E ancora oggi sono pronti a difendere la loro indipendenza. “Mai più sotto la Russia, mai più sotto la loro influenza”. I ricordi dell’occupazione sovietica sono ancora vivi. La maggior parte delle famiglie ha avuto parenti e amici deportati in Siberia. Molti non sono più tornati.

Per l’intera giornata a Vilnius, ma lo stesso accade a Kaunas e nelle altre città della Lituania, la gente festeggia. È un momento anche di orgoglio. Si ritrovano famiglie, amici, conoscenti.

I bambini sono i più felici. Corrono sotto le grandi bandiere, giocano, si divertono. Loro non hanno vissuto sotto l’occupazione. Ma giornate come questa sono anche un modo per far capire loro cosa hanno provato i loro nonni e genitori. Presso il Centro dei Visitatori del Parlamento e nel Parlamento stesso sono stati organizzati eventi, workshop, quiz, per ricordare cosa avvenne. Molti sono dedicati proprio ai bambini, affinché imparino, anche giocando, quanto è stato difficile conquistare la libertà.

Mentre il sole tramonta la folla si riunisce nuovamente nella Piazza della Cattedrale. È il momento del concerto finale. I cantanti e i musicisti si avvicendano sul palco. La gente sventola le bandiere, canta seguendo le canzoni. Alla fine del concerto il buio ha ormai avvolto la piazza. Ma non la forza e l’orgoglio di un popolo.

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Trentacinque anni di libertà per la Lituania

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