Migliaia di persone: giovani, anziani, famiglie con bambini, semplici cittadini e l’intera comunità culturale della Lituania hanno aderito alla manifestazione del 5 ottobre organizzata per protestare contro le decisioni del nuovo governo. Un movimento di protesta nato appena una decina di giorni fa, che ha riunito l’intera comunità, i musei e le istituzioni culturali.
Le note della sinfonia “Il Mare” di M.K. Čiurlionis sono state diffuse alle 14 in punto in tutta la Lituania: da Klaipėda a Vilnius, da Kaunas a Mariampolė, a Šiauliai, nelle grandi città e nei paesi. La sinfonia del noto compositore lituano, di cui quest’anno ricorre il 150° anniversario della nascita, è diventata la colonna sonora della protesta dei lituani contro l’assegnazione del Ministero della Cultura al partito populista, pro-Russia, omofobo e antisemita, Nemunas Aušra.
Nel nostro reportage abbiamo raccolto alcune interviste dei partecipanti alla manifestazione di Kaunas.
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Il 5 ottobre si sono svolti più di 300 eventi nelle 81 città della Lituania e nei paesi. Ha partecipato anche la diaspora lituana all’estero, sparsa in 22 diverse nazioni.

COSA È ACCADUTO – I RETROSCENA
Durante l‘estate il Primo Ministro Lituano Gintautas Paluckas si è dimesso a seguito di una indagine per corruzione. Il Governo, insediato dopo le elezioni che si sono svolte lo scorso autunno, si è dimesso a sua volta. La crisi ha richiesto consultazioni e la formazione di una nuova coalizione. Della precedente sono rimasti due partiti: Il Partito Socialdemocratico, vincitore delle elezioni e Nemunas Aušra. Le dichiarazioni del leader di questo partito avevano già sollevato molte proteste per le sue posizioni sovente pro-Russia, contro l’Ucraina e antisemite.
La nuova coalizione che ha iniziato i lavori lo scorso 25 settembre è formata da tre partiti: Socialdemocratici, Nemunas Aušra e Unione degli Agricoltori, Verdi e Famiglie Cristiane Lituani. Non è stato facile trovare un accordo tra le tre fazioni e il Presidente della Repubblica, che in Lituania può avere voce in capitolo sulla formazione dei governi, ha espresso il suo dissenso sull’assegnazione del Ministero dell’Energia a un esponente di Nemunas Aušra, in quanto quel ministero è strategico per lo Stato.
Già nella precedente coalizione il Presidente aveva posto dei paletti. Nessun iscritto a Nemunas Aušra avrebbe dovuto diventare ministro. A prescindere dal tipo di ministero. Questa volta, anteponendo problemi quali la discussione e votazione del bilancio entro metà ottobre, il Presidente ha avuto una posizione più flessibile. Molti cittadini non hanno apprezzato. Soprattutto quando è stata presa la decisione di affidare Il Ministero della Cultura all’esponente di Nemunas Aušra, Ignotas Adomavičius.

La comunità culturale lituana e tantissimi cittadini sono insorti contro la scelta di una persona considerata non qualificata, senza alcuna esperienza in ambito culturale e appartenente a un partito che non condivide i medesimi valori del settore culturale e dell’intera società lituana. Si accusa il neo Primo Ministro Ruginienė (Partito Socialdemocratico) e il Presidente della Repubblica Gitanas Nausėda, di aver venduto il Ministero a un partito fortemente anti statale, pro-Russia e antisemita. Il suo leader Remigijus Žemaitaitis è sotto inchiesta per dichiarazioni antisemite e di odio contro specifici gruppi etnici. Ha più volte espresso opinioni contro il sostegno all’Ucraina. Lo scorso gennaio, invitato ad andare in Ucraina dall’allora Presidente del Šeimas per comprendere la situazione del paese aggredito, Žemaitaitis rispose: “Quanto alla visita in Ucraina, è un ottimo suggerimento da parte dell’oratore. Posso visitare l’Ucraina, ma non ho motivo di andarci. A meno che non si voglia padroneggiare l’arte della corruzione, della vendita di armamenti e della svendita dello Stato”.

LE DIMISSIONI DEL NEO-MINISTRO
Dopo appena una settimana dall’insediamento del nuovo Ministro della Cultura, Ignotas Adomavičius si è dimesso dopo aver rilasciato dichiarazioni che sono state considerate dagli esponenti della cultura ed esperti politologi la conferma della sua incapacità di svolgere il lavoro affidatogli. Si è inoltre rifiutato di rispondere alla domanda di un giornalista riguardo al sostegno della Lituania all’Ucraina e sullo status della Crimea. È stato inoltre scoperto un post in cui affermava che la spesa per la Difesa non dovrebbe superare il 2%…
Attualmente la Lituania sta attuando un forte programma di aumento delle spese per la difesa per contrastare le minacce sempre più aggressive della Federazione Russa con cui condivide molti chilometri di confine. Compreso quello bielorusso, alleato del Cremlino, e l’exclave di Kaliningrad, che di fatto è una enorme base militare russa con armi nucleari.
Le dimissioni del ministro non hanno placato gli animi. Il movimento di protesta ha affermato che il problema non è solo la persona eventualmente designata, ma l’assegnazione del ministero a un partito anti-statale che lavora contro gli interessi della Lituania. Nemunas Aušra è definito “il Cavallo di Troia” entrato nei giochi politici per distruggere lo stato.
I partiti dell’Opposizione, uniti, si sono rivolti al Presidente Nausėda invitandolo “A usare i poteri della coalizione di governo e a far capire che il ministero della Cultura è troppo sensibile e importante per lasciarlo al partito populista, distruttivo e tumultuoso Nemunas Aušra e cercare di affidare questo ministero a un altro partito politico della maggioranza di governo”. Si sono inoltre detti pronti “A sostenere un governo di minoranza se la coalizione si fosse formata senza Nemunas Aušra”.
LE PROTESTE CONTINUERANNO
Dopo le proteste del 5 ottobre, che hanno coinvolto cittadini dell’intero Paese e ben 250 organizzazioni culturali, il movimento culturale sta avviando un dialogo anche con altri settori da cui ha ricevuto sostegno: la comunità dell’istruzione e scientifica, giornalisti, agricoltori, ambientalisti, medici, uomini d’affari. È stata annunciata una nuova assemblea a cui parteciperanno anche esponenti al di fuori dell’ambito culturale.
Dopo trentacinque anni di indipendenza la Lituania si trova ad affrontare una nuova decisiva battaglia contro forze anti-statali che vogliono distruggere i fondamenti del Paese nato dopo l’occupazione sovietica. I rappresentanti della cultura temono di fare la stessa fine di Slovacchia e Ungheria. Il presidente del PEN georgiano ha dichiarato: “Fate attenzione, tutto è iniziato esattamente allo stesso modo con noi”.
Le proteste del 5 ottobre sono solo l’inizio.

